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mobilitazioni

  • FORTATTACK

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    FORTATTACK

    Il Forte Prenestino è un centro sociale occupato e autogestito dal 1986...
    È un luogo di socialità, di incontro, di organizzazione del tempocollettivo, di scambio di idee, di visioni e di energie.
    È occupato, era all'abbandono ed è stato riaperto, abitato, attraversato e vissuto . . .

  • Frontiere visibili persone invisibili! All migrants are welcome!

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    VENERDi 25 GENNAIO 2019 ore 17:00 in piazza dell’esquilino,

    Nei pressi del ministero degli interni, dobbiamo farci sentire!
    Porta con te una casseruola, mestoli e strumenti atti al rumore!

  • FUORI ALFREDO DAL 41 BIS

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    «L'oppressore non intende ciò che dice il suo oppresso come un linguaggio, ma come un rumore»

    A più di cento giorni di sciopero della fame è importante continuare a raccontare cosa ha portato Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis, ormai
    allo stremo delle forze, a opporsi a questo regime carcerario totalmente annichilente, da lui descritto come "una tomba per vivi".

    Inaccettabili sono le motivazioni che giustificano la reclusione di
    Alfredo Cospito secondo il regime del 41 bis a tutti gli effetti un sistema di tortura.
    Non ci interessa stabilire cosa dovrebbe prevedere la detenzione in carcere, perché sappiamo quello che avviene nelle prigioni di tutto il
    mondo: torture, umiliazioni, vessazioni continue e suicidi (81 sono nell'anno appena andato) che si susseguono ormai irrefrenabili e di cui
    nessuno parla.

    Le narrazioni dominanti emerse in questi giorni circa la lotta di Alfredo e per Alfredo sono strumentali e tese a criminalizzare chiunque
    provi a opporsi contro un regime detentivo che è repressione, vendetta, e tortura.
    Non accettiamo che un compagno muoia in galera, solo, privo di forze, e rifiutiamo la logica del martire da sbattere sulle prime pagine dei
    giornali.

    Siamo compatt3 e saremo sempre accanto a tutt3 l3 compagn3 e l3 detenut3 che si ribellano contro il 41 bis, l'ergastolo e l'ostatività.

    Alfredo, dentro una cella, ha fatto rumore, un rumore che ha distrutto
    quelle sbarre, infranto quelle finestre così alte da non mostrare il cielo, e ha gridato forte la sua rabbia.
    Una rabbia collettiva.
    Una rabbia densa di coraggio.

    Non vogliamo che quel rumore si perda nel vento.
    Siamo con Alfredo, e siamo contro il 41bis.
    Chi lotta non è mai solə, e oggi vogliamo urlarlo forte.

    csoa Forte Prenestino
    ....................
    Ci vediamo
    giovedì 2 febbraio 2023 alle ore 17:00 all'assemblea pubblica alla Sapienza, facoltà di Lettere,
    e sabato 4 febbraio 2023 alle ore 15:00 in piazza Vittorio.

  • GAZA FREESTYLE - Raccolta Materiali Per Gaza - CAROVANA DI SOLIDARIETA'

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    RACCOLTA MATERIALI PER GAZA

    A Dicembre 2021 torneremo nella Striscia di Gaza con un ambizioso progetto, in collaborazione con le associazioni locali.

    Stiamo raccogliendo anche materiale sportivo, artistico e media.
    Se hai materiale da donare o vuoi metterti in contatto con noi, scrivi a

    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto!

    https://www.forteprenestino.net/52-attivita/2389-hip-hop-for-palestine-verso-gaza

  • Gemme dal Rojava

    GEMME WEB 04

    GEMME WEB 04
    VENERDì 29 NOVEMBRE 2019

    CSOA Forte Prenestino Presenta:

    Gemme dal Rojava - la rivoluzione verde delle donne.
    Iniziativa benefit per la mezza luna rossa curda.

    Presentazioni, proiezioni, musica, cucina curda e dibattiti 

    info e programma completo nel LEGGI TUTTO!!!

  • GRAVISSIMO ATTENTATO INCENDIARIO FASCISTA AL CSA MAGAZZINO 47

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    Riportiamo il comunicato rilasciato dal Centro Sociale Magazzino 47 a seguito del grave attentato incendiario fascista della notte del 22 Febbraio 2018

    Questa notte dei topi di fogna si sono introdotti nel centro sociale e, dopo aver forzato una finestra, hanno appiccato un incendio all'interno del locale che ospita la libreria e l'enoteca. La finestra forzata, gli evidenti segni di effrazione e un intenso odore di benzina non lasciano dubbi sulla natura dolosa, come immediatamente notato dagli stessi Vigili del fuoco.
    La pronta reazione di un compagno che si trovava all'interno dello spazio sociale ha fatto sì che i Vigili del fuoco siano potuti intervenire tempestivamente estinguendo le fiamme prima che queste potessero provacare danni ben peggiori.
    Diversi mobili e una grande quantità di libri sono andati distrutti.
    Il nostro compagno, unica persona presente, per fortuna sta bene.
    Possiamo affermare con certezza che si è trattato dell'ennesimo infame attacco di fascisti e razzisti che cercano di seminare un clima di odio razziale e intolleranza in città.
    Gli stessi che nelle scorse settimane hanno colpito le Casette occupate di via Gatti e il campo Sinti di via Orzinuovi.
    Gli stessi che inneggiano a Luca Traini, autore dell'attentato razzista di Macerata.
    Per questo reagiremo di conseguenza. Con rabbia, determinazione e orgoglio.
    Dichiariamo già da ora uno stato di mobilitazione permanente antifascista in città.

  • Ho aiutato a dare inizio alle proteste di Gaza. E non me ne pento

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    di Ahmed Abu Ratima

    fonte: https://www.nytimes.com/2018/05/14/opinion/gaza-protests-organizer-great-return-march.html 

    Il seme che è cresciuto nella Grande Marcia del Ritorno di Gaza è stato piantato il 9 dicembre 2017, giusto qualche giorno dopo che il presidente Trump ha annunciato che avrebbe riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele.

    Noi palestinesi abbiamo mantenuto a lungo il sogno di Gerusalemme come la nostra propria capitale, o almeno come una capitale condivisa in un paese che offre pari diritti a ciascuno. Il sentimento di tradimento e afflizione a Gaza era palpabile. Per schiarirmi le idee, sono andato con il mio amico Hasan a camminare lungo il confine, cosa che facciamo ogni tanto.

    “Là giace la nostra terra”, ho detto ad Hasan, quando ho guardato agli alberi dall’altro lato del recinto di filo spinato che ci confina. “È soltanto a pochi chilometri da qui”. Però resta così lontana, a causa di quella recinzione e dei soldati che la controllano. La maggior parte delle persone della mia età non hanno mai avuto il permesso di lasciare Gaza, dal momento che l’Egitto controlla l’uscita a sud e Israele limita l’accesso a nord – oltre a proibire l’uso del nostro mare e dell’aeroporto (o almeno di ciò che di esso rimane dopo tre guerre).

    Questo pensiero ha portato a un desiderio espresso su Facebook. E ha talmente avuto risonanza tra la gente di Gaza, che ha dato origine a un movimento che è culminato nelle storiche proteste che si sono tenute lungo l’ultimo mese. Tragicamente, Israele ha reagito ancora più brutalmente di quanto mi fossi aspettato – e ho attraversato tre delle sue guerre. L’ultima stima del numero dei protestanti uccisi è di 104; più di 50 sono morti soltanto lunedì (14 maggio). Inoltre in migliaia sono stati feriti. Ma le nostre voci hanno bisogno di essere ascoltate, e lo sono state.

    Il mio odio per i confini è sia universale – nel senso che tutti i Palestinesi soffrono a causa loro – che molto personale. I miei nonni e i loro nonni  sono nati e cresciuti nella città di Ramla, al centro di quello che ora è Israele. Durante le mie camminate, immaginavo la terra ancestrale della mia famiglia.

    Ma ho anche fatto esperienza dell’impatto distruttivo dei confini in maniera più personale. Sono nato nel 1984, due anni dopo il ritiro di Israele dalla penisola del Sinai, che ha diviso la mia città, Rafah, tra Gaza e l’Egitto. Il nucleo della città è stato raso al suolo da Israele e l’Egitto per creare una zona cuscinetto, separando così famiglie, inclusa la mia, col filo spinato. La famiglia di mia madre viveva dal lato egiziano e la divisione di Rafah ha portato alla separazione dei miei genitori. Nonostante mia madre vivesse a un tiro di schioppo, sono passati 19 anni prima che la rivedessi.

    Quel giorno di dicembre, mentre guardavo gli uccelli volare sopra il confine che io non potevo attraversare, mi sono ritrovato a pensare quanto gli uccelli e gli animali siano molto più furbi delle persone; essi vivono in armonia con la natura anziché alzare muri. Più tardi, quello stesso giorno, su Facebook mi sono domandato cosa succederebbe a un uomo se agisse come un uccello e attraversasse quella recinzione. Ho scritto: “Perché i soldati israeliani gli sparerebbero come se stesse commettendo un crimine?”. Il mio unico pensiero era di raggiungere gli alberi, sedermi là e quindi tornare indietro.

    Non riuscivo a non pensarci. Un mese dopo ho scritto un altro post “Grazie, Israele, per aprirci gli occhi. Se l’occupazione aprisse i luoghi di passaggio e permettesse alla gente di vivere una vita normale e creasse lavoro per i giovani, potremoo aspettare per diverse generazioni”, ho scritto. “Siamo costretti a scegliere tra gli scontri o la vita”. Ho terminato il post con l’hashtag #GreatReturnMarch.

    I giovani di Gaza hanno reagito al mio post immediatamente, condividendolo e aggiungendo le loro idee personali. Già una settimana dopo, sembrava che in centinaia ne parlassero. Abbiamo istituito un comitato giovanile e incontrato le agenzie locali e le istituzioni. Abbiamo anche incontrato i partiti politici nazionali: volevamo offrire a tutti i settori della società di Gaza l’opportunità di essere coinvolti.

    Cosa è accaduto da quando abbiamo cominciato la Grande Marcia del ritorno è sia cosa speravo che ciò che mi aspettavo – e no. Non è stata una sorpresa che Israele abbia risposto alla nostra marcia con una violenza letale. Ma non mi aspettavo questo livello di crudeltà. D’altra parte, sono stato rincuorato dall’impegno alla non-violenza presente tra la maggior parte del mio popolo.

    Un paio di anni fa, la gente qui avrebbe scartato l’idea che delle manifestazioni pacifiche avrebbero ottenuto qualcosa di significante. Dopo tutto, qualunque altra forma di resistenza non ha prodotto nulla di concreto. Cosa mi sorprende è la trasformazione a cui stiamo assistendo nel modo in cui resistiamo. La nostra lotta in precedenza era tra i combattenti palestinesi armati e i cecchini, i carrarmati e gli F-16 israeliani. Ora, si tratta di una lotta tra l’occupazione e i manifestanti pacifici – uomini e donne, giovani e anziani. 

    La Grande Marcia del Ritorno ricorda al mondo le origini del conflitto – la nostra estirpazione dalle nostre terre e dalle nostre vite, cominciato nel 1948 e che da allora continua. Abbiamo scelto il 15 maggio come il culmine delle nostre proteste perché quello è il giorno che i palestinesi indicano come la “Nakba”, la parola araba che sta per catastrofe, che è come definiamo le espulsioni dalle nostre case di 70 anni fa. Qualunque soluzione noi negozieremo in futuro per permetter ai nostri due popoli di vivere insieme pacificamente ed equamente, deve partire col riconoscimento di questa ingiustizia.

    Comunque, malgrado la risposta da parte dei cecchini israeliani, continuo a impegnarmi per la nonviolenza, così come lo sono tutte le altre persone che “coordinano” questa marcia. Uso le virgolette perché quando un movimento diventa così ampio – attirando quelle che stimiamo essere almeno 200.000 persone durante i venerdì di protesta – non può essere completamente controllato. Noi scoraggiamo dal bruciare bandiere israeliane e dall’attaccare dei cocktail molotov agli aquiloni. Noi vogliamo che il nostro messaggio sia una pacifica, pari coesistenza.

    Abbiamo anche provato a dissuadere i dimostranti dal tentare di attraversare il confine con Israele. Ciò nonostante, non li possiamo fermare. È l’azione di un popolo imprigionato che brama la libertà, una delle motivazioni più forti nella natura umana. Allo stesso modo, la gente non se ne andrà via il 15 maggio. Abbiamo intenzione di continuare la nostra lotta finché Israele riconosce il nostro diritto di tornare alle nostre case e alla terra da dove siamo stati espulsi.

    La disperazione alimenta questa nuova generazione. Non torneremo alla nostra esistenza sub-umana. Continueremo a bussare alle porte delle organizzazioni internazionali e dei nostri carcerieri israeliani finché vedremo dei passi concreti volti a porre fine al blocco di Gaza.

    Ahmed Abu Ratima è un giornalista freelance.

  • I° MAGGIO 2016 - 30 anni di occupazione - 34° Festa del non lavoro

    logo forte comunicato
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    I° Maggio 2016
    C.S.O.A. Forte Prenestino
    30 anni di occupazione e autogestione e 34° Festa del non lavoro
    Esce “Fortopìa - Storie di amore e autogestione” TrentAnniForti - il libro


    Come se nulla fosse tutti/e noi andiamo avanti disarmati contro la loro guerra.
    “MORTACCIVOSTRI”, Roberto Perciballi

    Il PRIMO MAGGIO E’ LA NOSTRA FESTA
    La vogliamo fare per dodici ore, TEN to TEN,
    dalle dieci del mattino alle dieci di sera.
    Dodici ore di spazio e tempo liberati alla nostra maniera.

    L’entrata è stata memorabile.

  • Il giubileo ci disturba - Disturbiamo il giubileo

    disturbiamoilgiubilo
    disturbiamoilgiubilo
    sabato 19 dicembre
    Assedio sonoro
    piazzale Esquilino ore 15:30

    musica, caciara, performances, cabaret.... e chi più ne ha più ne metta!!!

    Né giubileo, né misericordia!!

    Con l’avvento del Giubileo siamo pervas* dal giubilo nel vedere con quanta abilità stato e chiesa ancora una volta stanno cercando di nascondere la polvere di ciò che chiamano degrado e le contraddizioni di questa città sotto al tappeto luccicante della città vetrina.
    La novità è che la polvere che vogliono nascondere è talmente tanta che non c’entra più sotto al tappeto!

  • IL MONDO DEL CINEMA SOSTIENE IL BAOBAB

    Everyone is wellcome Baobab 19 Luglio 2016
    Everyone is wellcome Baobab 19 Luglio 2016
    MARTEDì 19 LUGLIO 2016

    IL MONDO DEL CINEMA SOSTIENE IL CENTRO BAOBAB

    Il cinema italiano chiede a tutti i cittadini/e di sostenere il Baobab,
    dove centinaia di migranti chiedono accoglienza e dignità.


    Da mesi a Roma, in via Cupa (Stazione Tiburtina) stanno transitando migliaia di migranti, assistiti con un grande sforzo ed estrema generosità dai volontari del Baobab Experience e da alcune organizzazioni umanitarie, senza alcun sostegno da parte delle istituzioni.

    Le condizioni sono disumane e i migranti sono costretti a dormire sull'asfalto in condizioni igienico-sanitarie critiche.

    Gli attivisti e i volontari del Baobab Experience - che hanno accolto in un anno oltre 35 mila migranti, tra cui aventi diritto all’asilo o di essere riconosciuti rifugiati -hanno chiesto da tempo, prima al Sindaco Marino, poi al Commissario Tronca, senza nessun riscontro concreto, e ora alla nuova sindaca Virginia Raggi, un luogo dove poter accogliere con dignità ed umanità queste persone, costrette ad abbandonare o addirittura a fuggire dai loro paesi di origine e già provate da molteplici sofferenze, e offrire loro informazioni circa i loro diritti e doveri.

    Quello di Via Cupa è solo l'esempio più evidente della difficoltà delle istituzioni di affrontare il problema a livello locale, nazionale ed europeo. Ma se le istituzioni non prendono provvedimenti a favore dei più deboli, il cinema italiano decide di intervenire e denunciare.

    Pertanto invitiamo tutti a sottoscrivere e diffondere l’appello e a venire di persona al Baobab il prossimo
    19 luglio
    dalle ore 18.00
    in via Cupa (Stazione Tiburtina)

    alle h. 19.00 si svolgerà la Conferenza Stampa
    mentre alle h. 21 useremo l'“arma" più forte che abbiamo, il cinema, e proietteremo

    LAMERICA
    alla presenza del regista
    Gianni Amelio

    Il film, realizzato più di 20 anni fa ma ancora drammaticamente attuale, è stato scelto sperando di dare ai migranti e ai volontari un po’ di sollievo e sostegno in questa dura battaglia per i diritti.

    L'obiettivo è informare tutti i cittadini e le cittadine che ignorano questa emergenza e sensibilizzare le istituzioni che hanno adesso il dovere di affrontare questa emergenza.


    Promotori:
    Paolo Petrucci
    Christian Carmosino

    Primi Firmatari (che saranno in gran parte anche presenti personalmente):
    Gianni Amelio
    Bernardo Bertolucci
    Marco Bellocchio
    Gianfranco Rosi
    Agostino Ferrente
    Daniele Vicari
    Andrea Segre
    Valerio Mastandrea
    Alba Rohrwacher
    Valeria Golino
    Luca Zingaretti
    Claudio Santamaria
    Mario Martone
    Francesco Bruni
    Andrea Purgatori
    Gabriele Mainetti
    Enrico Vanzina
    Saverio Costanzo
    Francesca Comencini
    Marco Risi
    Stefano Rulli
    Gloria Malatesta
    Sonia Bergamasco
    Angelo Barbagallo
    Sabina Guzzanti
    Roberto Andò
    Michele Riondino
    Piero Messina
    Sandro Petraglia
    Mimmo Rafele
    Michele Conforti
    Antonio Leotti
    Valerio Mieli
    Laura Ippoliti
    Daniele Cini
    Luca Scivoletto
    Cinzia Th Torrini
    Dino Giarrusso
    Costanza Quatriglio
    Claudio Giovannesi
    Silvia Scola
    Giovanni Piperno
    Cristiano Gerbino
    Gianfranco Giagni
    Gianfranco Pannone
    Edoardo De Angelis
    Mario Balsamo
    Mariangela Barbanente
    Massimo Galimberti
    Francesco Amato
    Paola Sangiovanni
    Giovanni Pompili
    Marco Amenta
    Vinicio Marchioni
    Alessandro Rossetto
    Fabio Segatori
    Paola Columba
    Tiziana Aristarco
    Riccardo Donna
    Niccolò Bruna
    Thimoty Keller
    Marianna Cappi
    Marcello Cicirello
    Edoardo Fracchia
    Eleonora Cimpanelli
    Angela Scarparo
    Rossella Drudi
    Riccardo Biadene
    Claudio Fragasso
    Angela Scarparo
    Giorgio Treves
    Anna Di Francisca
    Gianfranco Albano
    Lodovico Gasparini
    Leonardo De Franceschi
    Giulia Grassilli
    Suranga Deshapriya Katugampala
    Nadia Kibout
    Fr Kuwornu
    Razi Mohebi
    Alfie Nze
    Chiara Zanini
    Reda Zine
    Stefano Chierchié
    Antonella Di Nocera
    Lara Rongoni
    Cleophas Adrien Dioma
    Stefano Consiglio
    Vito Zagarrio
    Thomas Trabacchi
    Milena Mancini
    Stefania Casini
    Simone Catania
    Vittorio Moroni
    Enrico Montalbano
    Emma Rossi Landi
    Federico Pontiggia
    Caterina Carone

    + le seguenti associazioni:
    100autori, Doc/it, Apollo11, Per un cinema diverso, Il Kino, ZaLab, Piccolo Cinema America, Contro Luce, Officine, Nation25, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

    info:
    328 7130990
    328 6264362
    per rispondere all’appello scrivete a: christiancarmosino@gmail.com

  • IL NUOVO CINEMA PALAZZO RIMANE APERTO

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    MARTEDI 15 OTTOBRE 2019. Assemblea pubblica al Nuovo Cinema Palazzo alle 18:00. Stamane c'è stato un tentativo di sfratto del Nuovo Cinema Palazzo. Otto anni di attività culturali e politiche che hanno coinvolto migliaia di persone chiuse con un lucchetto. Ma l’esigenza di costruire e fruire arte, teatro, cinema, spazi di incontro e di riflessione politica che ha animato questi otto anni non si è infiacchita. Al contrario, di quei diritti che fanno la qualità delle nostre vite reclamiamo a tutt’oggi l’affermazione.

    Siamo ancora in tanti e siamo ancora tutti qui.
    Vi invitiamo a prendere parte all’assemblea pubblica di Roma Non Si Chiude, oggi alle 18.00.

    È solo il primo di una lunga serie di momenti in cui staremo insieme, come sempre.

    #ChiDisprezzaSgombera
     
     
     
     
  • In piazza per la liberazione - Combattiamo la paura!

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    DOMENICA 25 APRILE 2021

    In piazza per la liberazione - Combattiamo la paura!

    Ore 10.00 - Porta un fiore al partigiano.
    In ogni quartiere è presente un monumento che ricorda la rivolta di quei giorni e il sacrificio dei suoi protagonisti. Onoriamo le loro azioni mettendo un fiore su quei monumenti.

    Ore 11.00 - Piazzale Camelie - In piazza per la Resistenza.

    I QUARTIERI SICURI LI FANNO GLI ABITANTI CHE LI VIVONO: INDOSSA LA MASCHERINA.

  • IN RICORDO DI SANTE NOTARNICOLA

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    «Infine vollero sbarrare il cielo, non ci riuscirono del tutto, altissimi guardiamo i gabbiani che volano».

    Sante Notarnicola, 15 dicembre 1938-22 marzo 2021. A un anno dalla sua scomparsa. A due anni dalle rivolte nelle carceri del marzo 2020.

    Visibili al CSOA FORTE PRENESTINO 6 manifesti in ricordo di Sante ribelle, bandito rivoluzionario, poeta comunista.

    «Negli anni ’70 le rivolte nelle carceri si facevano per ottenere i libri, le penne, i giornali, il fornelletto. Insomma, si è lottato per diritti primari. Ogni conquista è costata pestaggi, anni di carcere e morti. In questo Paese per ottenere dei diritti bisogna fare la rivoluzione»

  • INCENDIO DOLOSO ALLA PALESTRA POPOLARE VALERIO VERBANO

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    19 OTTOBRE 2018, ROMA. Ieri notte intorno alle 23:40 circa un incendio è divampato nei locali esterni della Palestra Popolare Valerio Verbano in via delle Isole Cursolane al Tufello.
    L'incendio è stata spento dai Vigili del Fuoco intorno alla mezzanotte; alla fine i danni hanno riguardato esclusivamente la parte esterna e l'area tecnica costituita dal boiler per l'acqua calda e il relativo impianto idraulico.

  • Incontro con il movimento NO TAP

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    Domenica 17 Dicembre 2017

    il CSOA Forte Prenestino è lieto di invitarvi all'
    INCONTRO CON ALCUNI ESPONENTI DEL MOVIMENTO NO TAP che si terrà durante il mercato Terra/Terra

    E' con enorme piacere che vi invitiamo a partecipare all'incontro con alcuni esponenti del movimento NO TAP provenienti direttamente dal presidio contro la Trans Adriatic Pipeline...

  • Indivisibili: manifestazione antirazzista e antifascista!

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    6 APRILE - ORE 15:00 - STAZIONE DI OSTIA LIDO CENTRO - CRONACHE DI OSTIA - Anno Domini 2019
    Ci sentiamo come Collettivo del X Municipio di scrivere questo post per raccontare quello che succede a Ostia nel completo silenzio mediatico e istituzionale, in modo che tutte e tutti possano venire a conoscenza dei fatti e prendere una netta posizione.
    Cosa è successo a Ostia due settimane fa?
    Un ragazzo di 17 anni è stato massacrato. Un gruppo di 12 (dodici, DODICI) valorosi lo ha accerchiato mentre portava a spasso il cane sul lungomare, prima con le macchine (quattro macchine, QUATTRO) lanciandogli addosso gavettoni e gridandogli frasi del tipo "negro di merda" "vai via da Ostia" e altri insulti che ultimamente vanno di moda. Poi sono scesi, i coraggiosi, e lo hanno devastato di botte. A turno, i grandi. Refertato con 20 giorni di prognosi ospedaliera per la frattura del bacino, frattura della mandibola, lussazione della spalla, rottura di un dente, e i soliti danni collaterali che di solito ti becchi quando ti menano in 12 contro 1.
    Il ragazzo era di colore. Il ragazzo è figlio di un'italiana che lavora alla Asl e un cittadino del Niger che fa l'interprete. E’ di Ostia, frequenta un liceo del nostro quartiere, si mangerà la pizza ai Fornaretti, andrà al circoletto la domenica quando c’è sole, suderà sulla Roma Lido quando deve andare a Piramide, farà insomma la vita che tutti e tutte abbiamo fatto e facciamo in questo quartiere bello e difficile, però evidentemente questo non basta: a questa gente non interessa chi è e dove realmente è cresciuto. “Negro di merda vai via da Ostia”.
    Ha avuto solo la sfiga di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, il momento in cui 12 stronzi violenti, ignoranti, codardi e ignobili hanno deciso di dar prova della loro idiozia, e lui c'è finito in mezzo.
    La cosa peggiore?
    Rileggete sopra. Tutto questo è successo PIÙ DI DUE SETTIMANE FA. Chi ne ha parlato? Quale giornale, quale tg? E' uscito un solo ed unico articolo, fine. Non può andare così. Dobbiamo parlarne, incazzarci, diffondere la notizia, fare casino, indignarci tutte e tutti, scendere in piazza, chiedere giustizia, fare in modo che questa merda NON succeda mai. E se succede, deve dare scandalo, deve finire sui canali nazionali, così magari inizieremo a chiederci come Paese dove porta tutto quest'odio che continua a invaderci da ogni luogo, dove portano le politiche fondate su caccia alle streghe che aizzano le masse contro un nemico immaginario, identificabile dal colore della pelle dal paese di provenienza. Dobbiamo capire in che ombre ci stiamo incamminando e iniziare a chiederci se sia giusto continuare a marciare. Perché un ragazzo di 17 anni deve stare 20 giorni in ospedale con le ossa rotte mentre per strada si continua a gridare "negri di merda", o nel migliore dei casi "io non sono razzista, ma..."
    Sabato scendiamo in piazza. Ostia prende posizione, ci sarà un corteo. Ostia è un quartiere di Roma, e Roma è chiamata a prendere posizione altrettanto duramente.
    H 15 a LIDO CENTRO. Ci saremo TUTTI e TUTTE.

  • IV passeggiata di autodifesa: Combatti la paura!


    4passeggiata lac

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    VENERDI 19 Giugno 2020
    Passeggiata di autodifesa popolare h 18,30 Piazza delle Gardenie

    In tutti questi mesi gli abitanti del quartiere e le realtà del territorio non sono rimasti fermi a guardare ciò che gli accadeva . . .

  • l' 8 Marzo - NonUnadimeno

    8 marzo 2017

    8 marzo 2017

    l'8 marzo
    una marea di donne in molte parti del mondo incrocerá le sue mille braccia.
    L'8 marzo scenderemo in piazza...

  • L'esercito israeliano spara sui manifestanti: morti e feriti

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    Venerdi 30 Marzo 2018. Pubblichiamo due contributi provenienti dalle nostre sorelle ed i nostri fratelli che si trovano a Gaza.
    il primo ci è giunto ieri sera e parla della giornata di oggi: "Domani in tutta la Palestina è la Giornata della Terra. Il clima qui a Gaza è teso. In moltx andranno sul confine a dimostrare. Israele ha schierato 100 cecchini su tutto il border

  • L’8 MARZO LA MAREA FEMMINISTA TORNA NELLE STRADE: NOI SCIOPERIAMO!

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    Gli appuntamenti della giornata a Roma:

    • PASSEGGIATA FEMMINISTA A LA SAPIENZA - ore 9.30 presso la città universitaria, Piazzale Aldo Moro, 5

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