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25 APRILE 2023. Piazza delle Camelie. Centocelle.

Ore 10:00 UN FIORE PER IL PARTIGIANO.

Ore 10:30 CORTEO.

A seguire FESTA DI LIBERAZIONE e proiezione del film MARGINI presso il parco MODESTO DI VEGLIA.

La verità è di chi resiste

Il 25 aprile festeggiamo la liberazione dal nazifascismo nel nostro paese e nei nostri territori e anche
quest’anno daremo vita ad un corteo che celebra la Resistenza di ieri e di oggi.
Fratelli d’Italia, il partito al governo, invece, crede che questa festa sia sempre stata “una festa divisiva”. Pertanto, da anni, propone un’operazione culturale che trasformi la festa della liberazione nella “festa della libertà”, la festa che celebra la memoria partigiana e della Resistenza antifascista, in “una festa dei patrioti caduti in tutte le guerre, una festa di concordia nazionale”.
Queste operazioni di egemonia culturale, basate sullo svuotamento di senso e sulla re-significazione valoriale e antistorica di determinati concetti, idee e simboli sono alla base della politica delle nuove destre in tutta Europa, operazioni volte a modificare radicalmente il paradigma culturale in chiave sempre più reazionaria e autoritaria.
La verità è che il mondo in cui viviamo è stato saccheggiato da una parte minoritaria dell’umanità a suo proprio vantaggio. Sfrutta il nostro tempo, la nostra forza e i nostri saperi per produrre e spostare merci; deturpa interi ecosistemi per avere le risorse naturali necessarie a garantire le loro ricchezze, decide che ruolo dobbiamo ricoprire nella società secondo la linea del genere, dell’orientamento sessuale e della razza per controllare i nostri corpi; atomizza le nostre esistenze perché soli siamo più vulnerabili.
La verità è che Il peggior volto che può avere il capitalismo, la memoria partigiana ce lo insegna, è quello capeggiato da governi di destra e che il peggiore strumento che può utilizzare è quello della guerra. Siamo circondati da guerre ad alta e bassa intensità e ogni giorno veniamo minacciati dall’uso di armi atomiche nel nuovo scontro tra blocchi di potere.
Nel nostro paese dopo 80 anni, governa un partito che ha tra i propri ranghi i figli diretti di quel fascismo che tanto si cerca di ripulire. Giorgia Meloni vuole far diventare questo paese una grande nazione secondo le direttrici della cristianità e del ruolo di madre che noi tutte, secondo lei, dovremmo ricoprire. Una grande nazione a qualsiasi costo. Un costo che pagheranno i giovani che non meritano di accedere ad un’istruzione libera e gratuita e senza rischiare di morire durante le ore di pcto; che pagherà chi non merita di avere un reddito incondizionato per sostenere una vita degna; chi non merita di essere cittadino di questo paese e deve scegliere tra morire di povertà, di guerre, di siccità nel proprio oppure affondare senza soccorsi nel tentativo di raggiungere il nostro; chi non merita di avere una casa, di accedere alle cure sanitarie; ad un’educazione di qualità; chi non vuole rassegnarsi alla realtà del carcere. Pagherà chi non accetterà che la festa della liberazione dal nazifascismo del 25 aprile venga messa in discussione.
Permetteremo a Meloni e al suo partito di decidere chi siamo, cosa meritiamo e di quale storia facciamo parte?
Se i partigiani e le partigiane hanno combattuto sfidando la paura della guerra, delle rappresaglie, dello squadrismo e del pensiero unico per noi, oggi, la Resistenza è un valore quantomai da difendere, attualizzare e praticare. Le nostre libertà e i nostri diritti sono sempre sotto attacco e se abbiamo imparato una lezione da chi 80 anni fa ha fatto la sua parte è che bisogna resistere all’autoritarismo e allo stesso tempo lottare anche per un mondo più giusto.
In questa città da anni tentiamo di resistere al capitalismo predatorio e a ricostruire la sostanza delle nostre comunità e identità a partire dal modo in cui ci relazioniamo reciprocamente. La solidarietà e il mutuo appoggio ci hanno permesso di discutere dei nostri bisogni e di darne una risposta autonoma.

L’abitare, la salute, lo sport, l’educazione, il cibo sano, l’aria pulita, il rispetto reciproco non sono scontati, sono tutti terreni da conquistare.

Resistiamo alla sottrazione del poco che è rimasto e mettiamo in discussione le sedi decisionali che escludono le tante esigenze di chi abita in questi territori.

E’ la nostra verità.
Per tutti questi motivi, oggi più che mai, bisogna resistere e scendere in piazza in tanti il 25 aprile di quest’anno. Invitiamo tutta la città a celebrare con noi la liberazione dal nazifascismo la resistenza partigiana e le resistenze che mettiamo in campo quotidianamente nei nostri territori. Di fronte a chi vuole asfaltare la nostra storia, che ci ha insegnato come lottare per vivere una vita degna, la verità è di chi resiste.

 

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