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 GIOVEDI 9 FEBBRAIO 2023

CinemaForte presenta:

LA SCELTA

di Carlo Augusto Bachschmidt (Ita 2021, 83’)
con Luca Abbà, Nicoletta Dosio, Emanuela Favale, Davide Grasso, Marisa Meyer, Alberto Perino, Paolo Perotto, Gabriella Tittonel.

Interverranno gli autori e produttori del film Stefano Barabino e Carlo A. Bachschmidt,
Davide Grasso e Maria Edgarda Marcucci, protagonisti del film,
e Manolo Luppichini, filmmaker.

Inizio proiezione ore 21:30

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“LA SCELTA” (Ita 2022, 83’)
presentato in anteprima mondiale al 40° Torino Film Festival

Che cosa vogliono i No Tav?
Fermare la costruzione dell'opera non sembra esaurire il senso della loro scelta.
La lotta, i processi, il carcere, la guerra, le scelte individuali sono occasioni di cui dispongono nel tentativo di dare dignità alla loro vita.

Nota degli autori
È possibile essere militanti, fare politica, senza riprodurre nella lotta quegli stessi meccanismi ai quali ci si oppone?
In questi dieci anni di lavorazione del film abbiamo vissuto nel movimento No Tav in una forte consonanza ideale con esso.
Che cosa permette a questo movimento di continuare ad esistere nonostante la repressione di Stato nelle sue molteplici forme?
Il film fa emergere una soggettività che dà senso a cosa significhi fare politica.
Come racconta Davide Grasso, uno dei protagonisti, chi lotta sta cercando di affermare l’importanza di restare umani, affinché «due o tre persone possano fare qualcosa assieme soltanto sulla base della loro libera scelta, senza un obbligo o un guadagno individuale».
Siamo stati abituati a delegare ad altri le scelte di fondo delle nostre vite.
Raccontare la lotta No Tav per noi ha significato capovolgere questo assunto, partire dalle responsabilità che ciascun individuo assume verso se stesso.

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Sinossi
«Forza, coraggio e gioia!» Questo è l'invito che Luca rivolge ai suoi compagni riuniti in assemblea. È rimasto gravemente ferito mentre tentava di rallentare l'apertura del cantiere al quale il movimento notav si oppone. Emanuela, la sua compagna, legge la lettera che Luca ha scritto dall’ospedale in cui si sta lentamente riprendendo. Alcuni attivisti notav, tra i quali Marisa, Nicoletta e Paolo, tentano di disturbare i lavori del cantiere e di abbatterne le reti. Di notte, in piccoli gruppi, riescono ad entrare e danneggiare alcuni mezzi, ma il cantiere è molto grande ed è considerato dallo Stato un'opera strategica. I lavori procedono, il cantiere cresce. Il movimento prova a sostenere un partito politico che si dichiara notav, Nicoletta richiama la necessità di mantenere autonomia nella lotta. Arrivano i processi, i pubblici ministeri raccontano il movimento dal punto di vista dello Stato e chiedono pene importanti per gli imputati. Passano alcuni anni, Luca ed Emanuela hanno un figlio. Davide, un militante notav, è tornato dalla Siria dove ha combattuto nella rivoluzione del Rojava. La guerra lo ha posto di fronte a dilemmi laceranti: sia combattere che non combattere sono due scelte sbagliate. Il tentativo di fermare la costruzione dell'opera per via istituzionale è ormai fallito: in assemblea Luca invita i compagni a prenderne atto, è in semilibertà e deve rientrare in carcere ogni sera. Mentre racconta di essersi lasciato con Emanuela, riconosce che «sta all'individuo soltanto la ricerca della propria felicità». La lotta sulle reti del cantiere prosegue. Nicoletta viene arrestata e suo marito Silvano scende in paese per partecipare alla manifestazione in sua solidarietà.

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